Nei giorni scorsi a Gaza, dove il 95 per cento delle scuole è stato distrutto, più di 1.500 ragazzi e ragazze, dopo aver affrontato l’impossibile, hanno sostenuto gli esami di maturità. È il loro rifiuto della logica delle armi, ma è anche il rifiuto di essere pensati soltanto come vittime. Hanno detto: noi non ci arrendiamo all’idea che questo sarà per sempre. Abbiamo il dovere di ascoltare la loro lezione
Gli articoli

Il futuro cittadino
La valutazione a scuola e lo scenario di fondo dell’apprendimento

Costruire ponti da tra giovani e territorio
Neet: un progetto della Caritas in 5 città

I would prefer not
La protesta contro la maturità è un disvelamento della pochezza del sistema

Il 4 luglio non è stata una fatalità
Esplosione del distributore Gpl a Roma: abbiamo un’idea diversa di sicurezza

Riconnettersi alla vita camminando
In strada con un gruppo di adolescenti

Libri e saperi da condividere
Una piattaforma offre alle famiglie la possibilità di scaricare testi scolastici

Tutta la comunità educante
Esplosione del distributore gpl a Roma: una scuola inagibile. Intervento della ds

Undici bambini e bambine
In Italia una delegazione di bambini palestinesi per due settimane di sport

Il plastico di Elvis
Roma: una comunità è educante se non lascia nessuno indietro

2 passi per l’educazione diffusa
Proporre percorsi autonomi dal basso e formazione nelle scuole pubbliche

Se una scuola abbraccia il suo quartiere
Scuola aperta partecipata a Cosenza

Quel parco pieno di gente
Roma: al Pigneto la scuola aperta è una festa che non dimentica la Palestina

Cambiare il finale. Insieme
Lecce: educazione all’affettività con il teatro dell’oppresso

Una giornata di festa e comunità
“Tutti per la scuola”: una bella giornata con il territorio a Ospitaletto

Storie grandi in grandi periferie
Andria: la scuola come bene comune per animare insieme il territorio